Rethink: 2025 – Progetti per la vita dopo il Covid-19 – concorso di idee

Quando la pandemia sarà terminata, potremo cominciare a pensare che cosa è andato storto in questo peggiore dei migliori mondi possibili.
Qualcuno ha detto il virus è democratico.
No, non lo è; ha colpito la popolazione in modi diversi. Alcune persone hanno vissuto questa esperienza in confortevoli case dotate di giardino mentre altre hanno sofferto in appartamenti sovraffollati, in assenza di intimità o spazi esterni.
Allo stesso modo, abbiamo sperimentato la bellezza di strade e piazze bonificate dal traffico urbano. Abbiamo provato, per la prima volta, da generazioni, la bellezza di camminare in un ambiente urbano dominato da pedoni non più servi dei veicoli a motore.
Abbiamo compreso come uno spazio urbano possa essere arioso e piacevole se liberato da auto e camion. Sappiamo che sbarazzarsi completamente dei veicoli non sarà possibile , ma possiamo limitarne l’occupazione del suolo pubblico per difendere il benessere della popolazione urbana.
Questa proposta è nata da queste due considerazioni e si è sviluppata su due direttrici distinte ma interconnesse: la vita privata e sociale delle persone nelle nostre città e come questa esperienza pandemica possa essere un punto di partenza per il miglioramento delle nostre vite.
L’80% degli edifici che saranno ancora utilizzati nel 2050 è oggi esistente, dobbiamo quindi trovare un approccio integrato per rendere sostenibile l’ambiente costruito presente.
Il progettolavora sugli spazi di uso privato dei cittadini in modo semplice, cercando il modo di aggiungere spazi verdi ed esterni ai vecchi edifici esistenti.
Questo particolare esempio si riferisce alla tipologia tipica degli edifice di edilizia popolare del dopoguerra, può tuttavia essere ampliato a qualsiasi altro tipo di edificio privo di aree verdi esterne per i residenti, tramite la creazione di giardini aerei.
Gli edifici sono avvolti da una struttura esterna (possibilmente in legno lamellare) per sostenere nuovi spazi verdi esterni, uno per ogni appartamento.
La copertura diventa un’area verde che ospita una serie di orti per i residenti.
La manutenzione è sempre uno dei problemi dei tetti verdi. La questione viene risolta direttamente dai resident che la manterranno lavorando gli orti urbani.
Gli abitanti potranno produrre il loro cibo e riconnettersi in questo modo con la natura.
Sul versante sociale, il progetto propone di riformare l’uso della sfera pubblica recuperando lo spazio dall’occupazione dei veicoli per restituirlo a pedoni e ciclisti.
Le aree dei parcheggi vengono utilizzate per la sistemazione di moduli avvolti nel verde.
I moduli concepiti finora sono tre, ma le tipologie potranno evolversi in futuro.
Un modulo negozio (che può essere utilizzato dal servire cibo di strada alla vendita di dispositivi elettronici), un giardino trasportabile, dove le persone possono sedersi e rilassarsi, e uno spazio di supporto per bar e ristoranti dove le persone possono sedersi, mangiare e bere anche in tempi di distanziamento sociale.
La gerarchia di circolazione è progettata per dare a pedoni e ciclisti un ambiente sicuro e piacevole utilizzando bordi verdi e per separarli dal traffico veicolare.

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